Quando si inizia un’attività in proprio, ci si confronta con mille dubbi. Tra i più comuni, c’è una domanda che nel tempo mi è stata posta da molti e molte freelance: chi ha la Partita IVA ha diritto alla malattia?
E la risposta è, indovina?: dipende.
In questo post vediamo insieme da cosa dipende (da che depende, come cantava il compianto Jarabe de Palo).
Chi ha diritto all’indennità di malattia?
Per i lavoratori e le lavoratrici autonom*, il diritto all’indennità di malattia dipende dal tipo di gestione previdenziale a cui si è iscritt*. In linea generale:
- Se sei iscritt* alla Gestione Separata INPS, come molti liberi professionisti e professioniste (soprattutto in regime forfettario), puoi accedere all’indennità solo se versi l’aliquota aggiuntiva destinata alla tutela della malattia e della maternità.
- Esistono poi alcune casse private, come quelle delle professioni ordinistiche (ENPAP per psicologi, ENPAM per medici, ecc.) che seguono le regole stabilite dalla loro cassa di appartenenza.
La prima cosa da fare, quindi, è identificare la tua gestione previdenziale e verificare i contributi versati. Questo ti dirà se hai accesso a tutele in caso di malattia, e quali.
Malattia per chi è iscritto alla Gestione Separata INPS
La Gestione Separata riguarda professionist* senza albo, freelance, collaboratori/trici, incaricati alla vendita, dottorand* e assegnist* di ricerca. La tutela nei confronti dei freelance è piuttosto recente, infatti l’indennità è stata riconosciuta a partire dal 2007 nel caso di ricovero e dal 2012 per la malattia domiciliare.
Per avere diritto all’indennità di malattia devi:
- versare un’aliquota aggiuntiva del 4% rispetto all’aliquota base prevista,
- essere in regola con tutti i versamenti contributivi,
- presentare un certificato medico telematico,
- rispettare gli orari di reperibilità previsti dalla legge, come per i dipendenti (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, compresi i sabati e i giorni festivi).
L’indennità copre:
- malattia comune (prognosi di almeno 4 giorni)
- ricovero ospedaliero,
- convalescenza post ricovero.
Importante: i primi 3 giorni non sono indennizzati. Dal quarto giorno si comincia a ricevere un’indennità calcolata in base ai contributi versati: si va da un minimo di 20 giorni all’anno fino a un massimo di 61 giorni, se si è lavorato tutto l’anno. In caso di ricovero, l’INPS copre fino a 180 giorni.
Gli importi giornalieri? Dipendono da quanto hai versato:
- per la malattia domiciliare, l’indennità va dall’8% al 32% del massimale contributivo giornaliero;
- per il ricovero, si sale: dal 16% al 32%.
Nel 2025, il massimale è di 120.607 euro. Con dieci mesi di contributi, l’indennità può arrivare a circa 52 euro al giorno.
Come si presenta la domanda per malattia?
Il primo passo è il certificato medico elettronico: deve essere redatto dal tuo medico curante e trasmesso direttamente all’INPS in via telematica. Ma attenzione: il certificato da solo non basta.
Dopo l’invio del medico, spetta a te – o a un patronato – presentare la domanda di indennità. Anche questa procedura è tutta online, tramite il sito dell’INPS, l’app “INPS Mobile” o il Contact Center. In alternativa, puoi sempre farti aiutare da un* professionista (siamo qui anche per questo!) che verificherà la regolarità della tua posizione contributiva e tutta la documentazione, evitando errori che potrebbero ritardare o compromettere il pagamento.
Ricorda: è importante tenere traccia del numero di protocollo della domanda, e monitorare lo stato della pratica tramite il fascicolo previdenziale. I tempi ufficiali per l’erogazione dell’indennità sono di circa 30 giorni, ma nella realtà possono superare anche i 90 giorni, soprattutto se ci sono incongruenze o mancano documenti.
Infortunio sul lavoro: come funziona per chi è in proprio?
Prima di tutto, facciamo una distinzione: malattia e infortunio non sono – ovviamente – la stessa cosa.
La malattia è una condizione di salute che insorge in modo naturale (come un’influenza o una patologia cronica), mentre l’infortunio è un evento violento, improvviso e causato direttamente dall’attività lavorativa, che porta a un’incapacità temporanea o permanente di lavorare. Entrambe le condizioni danno diritto a tutele – ma con regole diverse, e soprattutto con soggetti assicurativi diversi.
Nel caso degli infortuni sul lavoro, entra in scena l’INAIL, che tutela non solo i lavoratori dipendenti, ma anche alcuni autonomi. Ad esempio:
- artigian,*
- i lavoratori e lavoratrici autonom dell’agricoltura,*
- i/le commercianti in società,
- gli associati e le associate in partecipazione,
- i collaboratori e le collaboratrici dell’impresa familiare.
Chi non rientra in queste categorie – tipo liberi professionisti, rappresentanti, commercianti individuali – non è obbligato a iscriversi all’INAIL.
Un principio molto importante a cui prestare attenzione è che non vale il principio di automaticità. Cosa significa? Molto semplice: per i lavoratori/lavoratrici dipendenti l’INAIL interviene a prescindere dal fatto che il datore di lavoro abbia pagato o meno il premio annuale. Per gli/le autonom*, invece, se non sei in regola con il versamento del premio INAIL, niente indennità economica. Le cure sanitarie sono comunque garantite, così come gli indennizzi agli eredi (in caso di eventi molto gravi), ma se non versi regolarmente, l’assegno lo vedi col binocolo. Hai però 3 anni dalla data dell’infortunio o della denuncia della malattia professionale per metterti in regola e ottenere il pagamento.
In sintesi: il/la freelance ha diritto alla malattia?
Insomma, alla fine della fiera, il/la freelance ha diritto alla malattia?
La risposta è sì, ma a condizioni ben precise, in ogni caso il primo passo è sempre identificare la tua gestione previdenziale. Per quanto riguarda le scartoffie, è fondamentale inviare un certificato medico elettronico e presentare la domanda all’INPS, stando attenti ai requisiti richiesti e alle tempistiche. Per l’infortunio, invece, entra in gioco l’INAIL: solo chi è iscritto e in regola con i versamenti può ricevere le indennità economiche.
Insomma, la tutela c’è, ma bisogna sapere dove cercarla e come ottenerla. È infine buona cosa prestare attenzione a quello che combinano i nostri Parlamentari, perché periodicamente si discute di modifiche legislative che promettono miglioramenti importanti per il welfare dei/delle professionist* autonom*: indennità più alte, durate più lunghe, e una maggiore inclusività nei requisiti di accesso. Chi vivrà, vedrà.
Hai ancora dubbi?
Come abbiamo visto, ogni situazione è diversa e le regole cambiano spesso. Se vuoi chiarirti le idee o capire meglio la tua posizione, possiamo farlo insieme. Ti aspetto per una consulenza spot, online o in studio: senza fretta e con tutta la chiarezza che meriti.
Questo post è stato scritto con la preziosa collaborazione di:
*Samanta Boni, traduttrice freelance e autrice dell’e-book Il welfare per freelance non è una leggenda metropolitana (ed. Zandegù).*
*Silvia Santilli, avvocato del lavoro e della previdenza.*
