Sei freelance da qualche anno, le cose ti stanno girando tutto sommato bene e hai deciso di fare il “grande salto”: passare al regime ordinario.
È un cambiamento importante: ti genera dei livelli di ansia mica male e, per questo, vorresti una guida che ti possa aiutare a dipanare i dubbi principali. La prima cosa da sapere è che il regime ordinario prevede due strade: quella della contabilità ordinaria e quella della contabilità semplificata.
In questo post ti voglio proprio parlare di quest’ultima, per aiutarti a superare l’ansia e affrontare al meglio questo cambiamento.
Le doverose premesse
Lasciare il regime forfettario significa dire addio alla sua semplicità e alle sue aliquote agevolate, ma niente paura! Questo momento di crescita professionale porta con sé nuove responsabilità, ma queste si accompagnano (per fortuna) anche a nuove intriganti opportunità.
Innanzitutto, verifica di avere i requisiti per accedervi: controlla i tuoi ricavi dell’anno appena concluso (si tratta del fatturato annuo, nudo e crudo). Se svolgi prevalentemente un’attività di servizi (sei freelance, o la tua azienda eroga servizi) non devi superare i 500.000 euro di ricavi.
Per le altre attività (commercio, artigianato, ecc) il limite di ricavi massimo è di 800.000 euro.
Nota bene: il limite è massimo, per cui sotto queste cifre puoi sempre adottare il regime contabile semplificato, anche se non hai superato i limiti del regime forfettario.
Il rispetto di questi limiti è in sostanza l’unico requisito che ti è richiesto per accedere a questo regime.
Le scritture contabili richieste
La prima grande differenza che ti troverai ad affrontare, rispetto al regime forfettario, riguarda la tenuta di alcune scritture contabili. Si tratta di registri dove vengono annotate le operazioni principali della tua attività: anche se sembrano una gran rottura ti aiutano a mantenere la tua contabilità più organizzata.
Vediamo quali sono.
Registro dei corrispettivi
Per alcuni tipi di attività è necessario il registro dei corrispettivi. Qui è dove devi annotare le vendite effettuate con il registratore telematico (il vecchio registratore di cassa). In pratica, per ogni giorno devi indicare il totale in euro delle vendite effettuate.
Registro degli acquisti
Il registro degli acquisti accoglie tutte le spese e gli acquisti che hai effettuato nell’esercizio della tua attività. Tutto dovrà essere registrato, indicando fornitore, data, numero della fattura e importo.
Registro delle vendite
Come per gli acquisti, allo stesso modo dovrai tenere traccia di ogni fattura emessa per le
vendite di prodotti o servizi, indicando data di emissione, numero della fattura, nome del cliente e importo totale.
Registro dei beni ammortizzabili
Se acquisti beni durevoli, che hanno un utilizzo che non si esaurisce subito, ma sono destinati a rimanere in azienda per diversi anni, come un nuovo computer o attrezzature specifiche per il tuo lavoro, questi dovranno essere inseriti nel registro dei beni ammortizzabili.
Il costo dei beni ammortizzabili viene, lo dice la parola, ammortizzato: significa che la spesa effettuata viene ripartita su più anni, in base alla vita utile. La quota annuale di ammortamento è quanto viene dedotto dal reddito imponibile.
Prendiamo ad esempio un computer acquistato al prezzo di 1.200€: ipotizzando una vita utile di 5 anni, ogni anno per 5 anni potrai dedurre 240€ dal tuo reddito imponibile.
Se tutti questi registri ti spaventano un po’, niente paura, in genere sono tenuti dal/dalla commercialista a cui affidi la tua contabilità.
Ti presento Iva, la tua nuova amica
Se arrivi dal regime forfettario, l’IVA, l’Imposta sul Valore Aggiunto, è una novità delicata e importante di cui tenere conto. La sua corretta gestione è fondamentale, non solo per rispettare gli obblighi fiscali, ma anche per ottimizzare la liquidità e la pianificazione finanziaria della tua attività.
L’IVA è un’imposta che si applica al prezzo di vendita di tutti i beni e servizi venduti: le aliquote possono essere diverse a seconda di cosa si sta vendendo. Si parte dal 4% arrivando fino al 22%. In alcuni casi particolari, individuati dalla legge, l’IVA non si applica, ma sono eccezioni molto specifiche.
L’IVA si aggiunge al prezzo di vendita, è indicata sulla fattura emessa o sullo scontrino, e il venditore la esige dal cliente insieme al proprio compenso/prezzo dei beni o servizi venduti.
In questo modo, chi vende incassa l’IVA per conto dello Stato: infatti l’IVA non ricade sul venditore, ma sul consumatore finale, il tuo cliente.
Ogni tre mesi si dovrà dunque versare allo Stato quanto incassato per suo conto: si tratta della liquidazione dell’IVA.
È il momento di scaricare (non di scaricarti!)
Nel regime semplificato, a differenza del forfettario dove le spese non sono deducibili e il calcolo delle tasse avviene applicando un’aliquota fissa sui ricavi, è possibile dedurre le spese sostenute e documentate, purché strettamente connesse all’attività lavorativa. Questo significa che ogni costo relativo a beni o servizi utilizzati per lo svolgimento della tua attività può potenzialmente ridurre il tuo imponibile fiscale. Non male, no?
Ecco qualche esempio:
- Acquisto di materiale informatico: l’acquisto di un nuovo computer o software necessario per lo svolgimento dell’attività professionale può essere interamente dedotto (cosa che non potresti fare nel regime forfettario).
- Costi di formazione professionale: le spese sostenute per corsi di formazione, aggiornamento professionale o abbonamenti a riviste di settore sono pienamente deducibili e contribuiscono a diminuire l’imponibile.
- Utenze e affitto: puoi dedurre l’affitto e le bollette di luce e gas per i locali che sono adibiti a ufficio/laboratorio. Se svolgi la tua attività in casa si può dedurre solo una quota di queste spese.
- Beni e servizi strettamente correlati all’attività: materie prime e di consumo che sono necessarie per produrre i tuoi prodotti (ad esempio stoffa e accessori per una sarta, la terra e gli smalti per un ceramista, i pezzi di ricambio per un’autofficina).
- Consulenze: il costo della commercialista, le spese legali per redigere un contratto, il compenso dato ad un collaboratore.
- Spese di trasporto per corrieri.
Contabilità semplificata per professionisti e professioniste: nessun rimpianto, nessun rimorso
Il passaggio al regime semplificato è dunque un’evoluzione naturale del tuo lavoro da freelance, che va abbracciata e non temuta. Non si tratta soltanto di aumentare il volume delle scartoffie da gestire, ma di mettere le basi per una crescita sostenibile e consapevole. Se stai pensando di fare questo passo in avanti contattami e insieme potremo parlare delle tue esigenze, dei tuoi dubbi e delle tue aspettative, per tracciare il percorso più adatto a te.
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